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La strada per l’Oltremondo

Oggi parliamo con Riccardo, uno dei fondatori del birrificio marchigiano Oltremondo.

Riccardo ci racconti brevemente come e quando nasce il vostro Birrificio?

Inizia tutto nel garage di casa insieme ad amici e famiglia sperimentando il «gioco» della birra coltivando quell’idea di farsi la birra da soli, il gioco cresce e diventa un sogno, un progetto di lavoro e di vita. Il nostro Birrificio nasce a fine del 2014 dopo aver avviato nel 2011 l’azienda Agricola per la coltivazione del nostro orzo e luppolo.

Perché vi definite un birrificio contadino?

Il nostro lo consideriamo un birrificio contadino appunto perché essendo anche coltivatori di orzo e luppolo, siamo a tutti gli effetti dei contadini e ne siamo strafieri! Ci definiamo così anche perché siamo convinti che solo tornando ad una vita a stretto contatto con la natura, proprio come il contadino di una volta, si può trovare la strada nascosta per raggiungere questo posto fantastico che è l’Oltremondo.

Oltre a produrre birra, voi coltivate anche la materia prima per realizzarla, progetto ambizioso! Quanto è importante utilizzare il proprio raccolto e gli ingredienti del territorio?

Il controllo e la tracciabilità della filiera per noi sono fondamentali. Si tratta in primis di una questione etica e aggiungerei che il prodotto finito è davvero tuo, sai con cosa lo hai prodotto e come lo hai processato.

Dal 2017 abbiamo instaurato un rapporto di collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università della Tuscia di Viterbo per assisterci nella coltivazione di luppolo. La collaborazione si è concretizzata nel 2018 con il completamento del luppoleto aziendale che ospita 560 piante di Cascade, 240 piante di Chinook, 140 piante di Magnum e 80 piante tra le varietà Cashmere, Comet, Crystal e Sorachi Ace.

A proposito di territorio, birrificio e azienda agraria si trovano nelle Marche, una regione molto attenta a valorizzare l’agricoltura biologica come strumento per uno sviluppo sostenibile. Da quanti anni vi siete convertiti al biologico?

È vero, di fatto possiamo definire la nostra regione la culla dell’agricoltura biologica per le diverse realtà regionali che operano sul territorio e che hanno avuto un ruolo pioneristico nello sviluppo e nella promozione del biologico.  La nostra Azienda è stata convertita al biologico nel 2016, non abbiamo potuto farlo prima solo per motivi tecnici e burocratici, ma ci siamo riusciti con grande tenacia e volontà.

Quanti tipi di birre producete? Come si differenziano i gusti delle varie etichette e come scegliete i nomi delle vostre birre?

Urca…. tra linea fissa, linee stagionali, collaborazioni e one shot, siamo arrivati ad avere 15 tipi di birre. I nomi hanno tutti una forte influenza dialettale del nostro territorio e rispecchiano le caratteristiche e le particolarità di ogni birra.

Ogni etichetta rappresenta una mongolfiera diversa, come mai avete scelto proprio questo simbolo?

La mongolfiera è il mezzo di trasporto che più si affida alla natura per poter volare ed è la dimostrazione che, se l’uomo si fida di essa, può ottenere cose incredibili, come appunto arrivare a volare in alto. Il nostro modo di coltivare i terreni e quindi orzo e luppolo per produrre una birra speciale, è molto simile. Crediamo nella Natura per fare grandi cose insieme, realizzando ovviamente grandi birre.

Chi disegna queste meravigliose mongolfiere?

Più artisti hanno collaborato con noi nel tempo e ovviamente continuano a farlo, Davide Chiacchiarini, Sonia Cattaneo, Paolo Sabatino, gli studenti dell’ACCA (Accademia di Comics di Jesi, Ancona), i ragazzi dell’associazione Spazio Lapsus diversa creatività di Senigallia (AN) con coordinamento di Andrea Simonetti.

5 parole per definire l’Oltremondo…….

DINAMICO, TERRITORIALE, CONTADINO, BIOLOGICO, BONO!

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Dove l’aria calda e salmastra dell’Adriatico incontra quella fredda dei Monti Sibillini

Intervista a Valeria Madonini, titolare dell’azienda agricola “Tenuta 100 Torri”

Ci troviamo a Ascoli Piceno, nelle Marche, a 400 Metri sul livello del mare, in un punto in cui l’aria calda e salmastra estiva dell’Adriatico incontra quella fredda dei Monti Sibillini. Valeria ci parli della tua terra e della tua passione per la coltivazione degli ulivi e conseguente produzione di olio evo d’eccellenza?

Vi parlo volentieri delle Marche, che non sono la mia Terra d’origine ma di adozione. Io sono nata a Milano e poi cresciuta in Belgio. Tornata a Milano per gli studi universitari di economia oggi vivo qui nelle Marche, in questo meravigliosa terra di cui mi sono innamorata. Questo luogo mi ha affascinato dieci anni fà e da allora non riesco più a farne a meno. Si vedono le montagne, c’è silenzio, ci sono animali e piante spontanee, è una isola felice e meravigliosa, è una riserva naturale a 400 mt sul mare e a 30 km dal mare. “Evoo” è stato l’inizio, il nome che ha dato il via a tutto ciò, alla produzione e commercializzazione della linea di 5 oli extravergini. L’ulivo è una pianta meravigliosa, gentile, forte e coraggiosa che ci sfida però perché mette a dura prova la nostra forza e la nostra pazienza ogni anno. È una pianta che vuole amore e rispetto. In un anno la possiamo distruggere o accompagnare verso la rinascita. Dieci anni fà sono partita dall’amore e ho dovuto mettermi al lavoro e studiare, ho fatto corsi e ho cercato quello che serviva per avere gli strumenti, i mezzi e le capacità per gestire un’azienda agricola. Oggi fortunatamente non sono più sola e competenze, capacità, energie e sforzi fisici sono ripartiti tra più persone. In ognuno di noi c’è competenza e amore per questo luogo e voglia di crescere. Oggi è importante non solo la cura dell’ulivo in sé, non basta. Dobbiamo curare tutto il contorno, l’intero territorio in cui le piante sono immerse. Questa è la sfida che ci accompagna oggi.

Da quanti anni la vostra azienda è certificata biologica? Oggi si parla molto di scelta strategica piuttosto che scelta etica per la salvaguardia del ambiente e la tutela della sua preziosa biodiversità. Ci racconti il tuo punto di vista.

La nostra azienda agricola è in biologico da quando è nata, nel 2011. Prima che entrassi in scena alla guida di questa avventura i 1300 ulivi della Tenuta erano già in regime biologico da circa 10 anni, per cui diciamo che gli ulivi respirano bio da almeno vent’anni. Condurre un’Azienda in regime Bio certificato è stato il frutto di una scelta consapevole oltre che etica. Non potrei fare diversamente, o così o nulla. Non è facile, richiede costanza, tenacia e molto impegno, talvolta è anche molto più oneroso: bisogna fare un sistematico monitoraggio del luogo, si deve sempre giocare d’anticipo intuendo quello che climaticamente accadrà e cercare di agire solo se realmente serve sulle piante, se e solo se ne hanno realmente bisogno. Con le ultime fluttuazioni climatiche, l’innalzamento delle temperature e la presenza di rovesci violenti e improvvisi fare previsioni sta diventando onestamente sempre più difficile ma allo stesso tempo le piante non chimicamente trattate a mio avviso stanno reagendo bene, meglio di tanti altri ulivi coltivati in regime convenzionale e in fondo è proprio bene così. Sono fermamente convinta infatti che noi uomini abbiamo la possibilità di sostenere gli ulivi con corrette pratiche agronomiche, potature, sfalci d’erba, aggiungere stallatico e concimi organici, cercando di preservare la sostanza organica nel terreno e la biodiversità del luogo e del paesaggio circostante ma poi il resto del lavoro non è compito nostro. Alla Tenuta siamo soliti intervenire dietro le quinte, secondo necessità, solo dove serve. Diamo cura e sostegno a quelle piante che hanno subito qualche stress più delle altre per far loro riprendere il vigore di sempre. Il nostro ruolo è secondario, gli ulivi nella loro lunga vita sono i veri protagonisti, già molto abituati e pronti a gestire la propria condizione di resilienza alle avversità, più di quello che noi possiamo immaginare. Sono esseri immobili che si autoregolano e se rispettiamo questa loro condizione ci regaleranno il loro benessere e i loro frutti con costanza ed assiduità.

La regione Marche, si dice, sia tra le regioni più bio in Europa e sta incrementando molto la superficie agricola coltivata a biologico, quanto è importante per le aziende agricole un supporto da parte delle istituzioni?

Non sapevo che le Marche nutrissero di questo primato e ne sono molto contenta. Negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante anche se c’è ancora molto da fare sia a livello culturale sia a livello agronomico. Creare un territorio ampio e diffuso di aziende che lavorano in regime biologico garantisce un miglior funzionamento dell’ecosistema oltre che un maggior benessere diffuso e un minor impatto ambientale. Negli ultimi anni Le Marche hanno avuto un calo di precipitazioni del 20-30% rispetto agli anni precedenti, stiamo diventando Steppa, dicono gli esperti, l’emergenza idrica ci impone di modificare le nostre scelte e di intervenire sul terreno per contrastare l’impoverimento di sostanza organica del suolo, anche nella gestione degli uliveti, piante che per natura hanno un’enorme capacità di risparmio idrico. Le Istituzioni possono starci vicino facendo in modo che nella filiera alimentare vengano supportate le aziende italiane, prima di quelle straniere, certificate e a filiera corta. L’Italia ha un immenso valore, una straordinaria bellezza e varietà estetica, nei gusti e nei sapori. Godiamocela e tuteliamola! 

Voi avete da poco avviato il progetto “Fai un gesto d’amore, adotta un ulivo oggi e aiuterai la natura e la nostra attività a vivere”, questa iniziativa è meravigliosa, come nasce l’idea e come sta andando?

Si il 2021 ha segnato un punto di svolta per la nostra storia aziendale. Abbiamo scelto di aumentare la superficie olivicola incrementando ed arricchendo il territorio di nuove varietà che non avevamo rispettando la biodiversità Marchigiana e scegliendo in parte varietà autoctone come l’Ascolana Tenera, la regina delle Marche, La Carboncella, la Mignola e in parte varietà che in vista dei nuovi cambiamenti climatici di surriscaldamento terrestre, reggono temperature più alte e vivono in microclimi più aridi. Questa scelta è stata una grande opportunità per vari motivi: abbiamo contribuito al “rimboschimento” del nostro territorio grazie ad un progetto di cooperazione aziendale rivolto alla riduzione delle emissioni di CO2 la “Carboon Footprint”e allo stesso tempo stiamo dando l’opportunità di far sentire partecipi e parte attiva del progetto persone “di città”, a chi cioè non ha la fortuna come noi di poter vivere a contatto con la natura nel quotidiano. Il progetto sta riscuotendo un incredibile eco positivo perché mette al centro la vita delle piante oltre che del pianeta e dell’uomo. La terra è un po’ di tutti e anche gli ulivi ed i loro frutti possono essere un po’ di ciascuno di noi. Gli ulivi che abbiamo piantato richiederanno cura ed energie umane per i prossimi due tre anni prima che entrino in produzione, e lo scopo di questo progetto è cercare di far conoscere la nostra filosofia, il nostro modus operandi e il nostro olio perché poi ognuno porti a casa un pezzo di noi e sulla tavola si ricordi quanto amore e lavoro c’è dietro la cura di giovani ulivi. È possibile adottare ulivi per uno, due o tre anni e dando un nome all’ulivo scelto, scegliere la varietà, mettere persino una dedica personalizzata, spediamo a casa l’olio che produciamo oggi e che produrranno a breve gli ulivi adottati. Sui social nei ritagli di tempo pubblichiamo periodicamente foto per rendere partecipi chi ci sostiene su Instagram e Facebook. Vogliamo essere veicolo di conoscenza e promozione della cultura dell’olio extra vergine di oliva Italiano Marchigiano di qualità.

Si dice che l’olio extra vergine biologico sia il miglior alleato della nostra salute, quali sono i benefici di un suo utilizzo quotidiano?

L’extravergine ha importanti proprietà antiossidanti. Fa bene alla pelle, è un regolatore dell’intestino. Se preso con regolarità contribuisce a prevenire malattie diabetiche e cardiache. Al di là del gusto e dei sentori che offrono le oltre 500 varietà di cultivar di olive italiane è bene sapere che mentre un olio buono fà bene alla salute, al contrario un olio extravergine rancido o non di qualità fa’ molto male al nostro organismo. Per questo è importantissimo sapere da dove proviene l’extravergine, conoscere e riconoscere la qualità del prodotto. Per questo vorremmo umanizzare e rendere più diretto il contatto tra noi e i nostri clienti, tra le nostre piante e le persone che mettono in tavola la linea di extravergini Evoo. “Evoo” è un marchio figurativo registrato, dal suono semplice e facilmente memorizzabile anche da un pubblico internazionale. Il colore della fogliolina che accompagna il nome cambia ogni tanto e ci aiuta a riconoscere le diverse annate di produzione. “Evoo” della Tenuta 100 Torri è un olio extravergine sano e genuino che può essere utilizzato a crudo o per cucinare e anche per fare ottimi dolci da forno leggeri e genuini come si faceva e tuttora si fa’ nelle case Marchigiane, il beneficio del suo utilizzo quotidiano si traduce in un generico benessere del nostro corpo che nel tempo può fare la differenza. 

L’arte del fare un buon olio ci ha portato anche ad avere dei riconoscimenti importanti, ce li menzioni?

Sin da quando ho iniziato ho sempre pensato che il confronto con altri produttori sarebbe stato positivo e costruttivo. Mettersi alla prova è importante per capire dove si sta andando e se le proprie intuizioni sono confermate anche dal mercato, dal pubblico privato e-business, senza il quale non potremmo avere il carburante per andare avanti ed esistere. Nel 2013 abbiamo iniziato a fare il primo Mono cultivar di Ascolana Tenera, un’oliva pregiata delle nostre zone. Mi hanno dato tutti della matta perché sprecavo tempo e denaro rinunciando alla vendita delle olive in salamoia per fare l’olio. Erano tempi in cui i frantoi guardavano unicamente la resa dell’olio e non molto la qualità, in cui si macinava almeno il 50% delle olive conferite con le presse e non con il sistema moderno che è detto “continuo”. Erano tempi in cui non si anticipava troppo la raccolta per non perdere quantità in olio. Fortunatamente andare contro corrente ha coronato un ottimo inizio lavori, abbiamo preso le 3 foglie al Gambero Rosso 2013 e siamo stati premiati al Sol Agrifood – Vinitaly di Verona e il primo premio in un concorso regionale “OLEA” con il Mono cultivar di Ascolana Tenera. Questo riconoscimento è stato il primo di una serie che continua ogni anno sia sui monocultivar Leccino, Carboncella e Ascolana tenera, sia sui due Blend, IGP Marche e Premium. Master of International Olive Oil, Gambero Rosso, Slow Food, Leon d’Oro, Lodo. Ogni anno effettuiamo panel test ed analisi chimiche, elementi necessari a veicolare il prodotto soprattutto nel canale business. Ogni anno cerchiamo il confronto e la conferma che il nostro olio sia riconosciuto come extravergine certificato e di qualità.

Progetti per il futuro?

Vorrei che questo luogo diventasse oltre che un luogo di lavoro olivicolo tecnologicamente ecosostenibile anche un luogo di svago, relax e piacere, sia per il viandante locale sia per il turista di passaggio. Vorrei continuare a rendere questo luogo magico agli occhi degli altri come oggi lo è già per me e vorrei che fosse sempre più ricco di biodiversità. Un luogo dove arte, cibo e svago siano il nuovo centro. Vorrei che si comprendesse meglio la storia e l’importanza dell’ulivo italiano, che si tutelasse la sua origine e il valore del suo pregiatissimo frutto oltre della sua elevatissima capacità di scambio anidride carbonica-ossigeno. Solo attraverso la conoscenza diffusa del processo e del come lo facciamo possiamo vedere apprezzato il bene quotidiano che stiamo facendo direttamente a noi per primi e al pianeta in genere.

5 parole per definire la tua azienda agricola?

Piacere e Lavoro possono convivere come Natura e Uomo perché è la somma che fa’ la differenza.

Apro una parentesi e concludo dicendo che la nostra azienda non avrebbe avuto anima negli ultimi anni senza il supporto di collaboratori e della forza lavoro di persone che stano a poco a poco delineando la propria vita. Abbiamo affiancato persone di esperienza con persone da istruire che non avevano una chance quando sono arrivate in Italia nei centri accoglienza. All’inizio non è stato facile, non tutti meritano il nostro aiuto, oggi hanno una propria competenza e dignità e stanno imparando una professione e sono ormai parte di una grande famiglia. Aiutarli ci ha dato forza, coraggio e ha dato anche un senso a tutto ciò. Un grazie va anche a loro e a Biofoodart che ha creduto in noi e ci sta dando l’opportunità di raccontare la nostra storia.

https://biofoodart.it/brand/tenuta-100-torri